lunedì 10 novembre 2008

Senza titolo


...e poi tutto d'un tratto tutto ti appare chiaro.
Vuoi andare a casa, fare la spesa di corsa e preparati quella pasta che la settimana scorsa non hai fatto perchè era chiuso il supermercato e non hai preso gli sfilacci.
Che cazzata vero?
Massì che c'è di così speciale?
Una pasta del cavolo.
Eppure sono così.
Voglio spendere del tempo a far bollire l'acqua, aggiungere il sale che poi qualche granello ti rimane incollato nel palmo della mano e poi mescolare, assaggiare di tanto in tanto.
Dura.
Troppo al dente.
Al dente.
Scolare.
E poi aggiungo quello che mi pare.
Ho voglia di tornare a casa e di spostare il buio della strada facendomi largo con la luce dei fari dell'auto e con la radio alta cantare qualcosa.
Ho bisogno di passare un po' di tempo a leggere, un po di tempo a lavare i piatti con il detersivo verde e poi mettere da parte la pasta per domani.
Nella loro stracavolo di semplicità queste cose riescono ad essere così belle che oramai nessuno ci fa più caso.
E per un secondo ho visto tutto questo e ho sorriso.
Che cosa significa?
Non lo so.
Qualcuno vuole diventare un orsacchiotto.
La cosa mi rende felice, credo.

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