Ero a pranzo in un centro commerciale.
Sento una canzone che mi piace e che riesce ad alzare di qualche grado il mio buonumore che non era comunque buono. Ma va bene così.
Torno a lavoro e la stessa canzone è li per la radio.. ad un'ora di distanza sento la stessa canzone, canzone che ha parecchi anni (è del 2001) e quindi non certo una hit del momento.
Ora potrei considerare questo come un caso, una coindicenza, una fatalità... ci sono periodi in cui mi capitano queste cose più spesso ed altre meno, credo capiti a tutti.
Ma per una volta guardiamo a questo come un fatto normale. Proviamo ad invertire il tutto. A guardare il mondo da distesi o a testa in giù.
E se "per caso" questi non fossero casi ma fossero cose normali e tutte gli altri fatti fossero invece "il caso".
Se fosse per colpa del caos che tutte questo viene mescolato nella nostra vita impedendoci ti procedere attraverso una linea retta. Non è statistica, non è probabilità, non è materia di studio, la gente si stupisce di quello che chiama casualità e non si stupisce di quello che è normale perchè non ha capito nulla.
Ci hanno insegnato male le parole o hanno dato il nome sbagliato a delle cose che erano giuste.
Frasi tipo "come è piccolo il mondo" quando troviamo qualcuno distante da casa non hanno motivo di esistere perchè poi non ci stupiamo quando il nostro amico abita a pochi metri o km da casa nostra. Insomma ci siamo rovinati la vita da soli dando il peso sbagliato a parole come casualità e normalità.
Detto questo volevo salutare quegli amici che ho spesso incontrato per caso diverse volte è che forse, alla luce di tutto, non era un caso.
Ciao a Mike (il giumento) e a Steve (orari assurdi e posti assurdi...)
martedì 2 ottobre 2007
Decoincidenze
Pubblicato da GasPanic! alle 3:20 PM
Etichette: riflessioni
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1 commento:
Chapeau.
Nulla da aggiungere.
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